martedì 19 giugno 2012

Rom Bologna - Il coraggio di una giovane donna rom, di una eroina moderna, Brenda Salkanovic e di suo marito Ljubo Halilovic. La loro denuncia contro la violenza sessuale, il razzismo e l’inciviltà


Rastignano - Bologna - 14 giugno 2012
Rasim Halilovic - padre di Ljubo
Jagoda Halilovic - madre di Ljubo
il piccolo Braian, Janko Halilovic, Ljubo Halilovic, Davide Marcellino Halilovic




Bologna 19 giugno 2012

Lettera aperta

Il coraggio di una giovane donna rom, di una eroina moderna,
Brenda Salkanovic e di suo marito Ljubo Halilovic.
La loro denuncia contro la violenza sessuale, il razzismo e l’inciviltà

al Sindaco di Bologna Virginio Merola, al Sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti
al Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri
al Presidente del Consiglio Mario Monti
al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano

a tutte le istituzioni ed alla società civile

Gentile Sindaco , gentile Ministro. gentile Presidente del Consiglio, gentile Capo dello Stato, cari cittadini della società civile

In questi giorni nella città di Bologna sono accadute violenze, discriminazioni razziali, abusi, illegalità che hanno colpito la popolazione rom.  Giovani cittadini nati in Italia, a cui lo Stato non riconosce esistenza giuridica e cittadinanza hanno subito atti di vera e propria barbarie su cui la invitiamo ad ascoltare, riflettere e pensare. Nelle prime ore del 13 giugno 2012, in un giardino pubblico di Via Torino, una coppia di sposi è stata assalita brutalmente, presa a calci e pugni, derubata dei propri averi. La cittadina (italiana) di etnia rom Brenda Salkanovic, nata a Bologna il 22 giugno 2012, ha subito una violenza sessuale da parte di due uomini mentre altri picchiavano selvaggiamente il marito Ljubo Halilovic, cittadino (italiano) di etnia rom, nato a Faenza il 18 giugno 1992.

La denuncia è stata raccolta dal Maresciallo Ordinario dei Carabinieri Andrea Palumbo della Stazione dei CC di San Ruffillo di Bologna, dal Maresciallo Ordinario Edoardo Silli e dal Carabiniere Scelto Antonino Tapantino in servizio c/o il Nucleo Operativo della Compagnia di Bologna Centro alle ore 15.49 del 15 giugno 2012 con Protocollo Verbale BOCS46 2012 VD 900973 e Protocollo Sdi BOCS462012900902 e relativa a “VIOLENZA SESSUALE” avvenuta a Bologna il 13 giugno 2012 alle ore 02.00.

La coppia di giovani sposi ha chiesto urlando aiuto nel cuore della notte ma nessuno è arrivato in loro soccorso. Solo quando sono riusciti a sottrarsi dalla violenza dei loro aggressori, citofonando agli abitanti di un palazzo che affaccia sui giardini, è stata chiamata una volante del 113. La Polizia, arrivata sul posto, di fronte alla vista di una coppia impaurita e sanguinante per i colpi ricevuti ha fatto accompagnare i giovani all’Ospedale di Sant’Orsola.


Il bracciale rilasciato dall'Ospedale di Sant'Orsola al polso
di Ljubo Halilovic alle ore 02.15 del 13 giugno 2012
nel momento in cui è arrivato a bordo di una autombulanza

I ragazzi sono arrivati nella struttura sanitaria verso le 02.15 a bordo di una ambulanza. Ljubo con il setto nasale rotto per i pugni ed i calci ricevuti e Brenda tremante per una violenza sessuale appena subita. Nell’Ospedale i due sono rimasti solamente fino alle 03.30, la Polizia pressava i sanitari per farli dimettere e portarli in Questura. Brenda ha provato a riferire quanto accaduto ma nel Pronto Soccorso di Ginecologia hanno soltanto appurato con una ecografia che il bambino che porta in grembo da 4 mesi non correva pericoli. I sanitari hanno scritto sulle carte di dimissione che Ljubo ha rifiutato la terapia e le cure. Sul foglio di dimissioni vengono riportate genericamente “riferite percosse”. La frattura del setto nasale non viene ridotta.


 Bologna 14 giugno 2012
Ljubo Halilovic ha il setto nasale fratturato 
ma in Ospedale di Sant'Orsola non viene curato


Nella Questura di Bologna Ljubo è stato chiuso in una cella sino alla mattina seguente. Il giovane rom ha provato a descrivere i fatti, l’aggressione subita, la violenza sessuale subita da Brenda. Il Maresciallo (Giacomo) che ha raccolto la sua denuncia ha omesso di scrivere quanto riferitogli. Poche ore dopo l’Ufficio Immigrati della Questura ha notificato a Ljubo Halilovic un ordine di espulsione dall’Italia perché non i possesso del permesso di soggorno. Brenda Salkanovic è stata immediatamente separata dal marito, non è stata raccolta nessuna sua deposizione ed è stato disposto il suo trasferimento nella Casa per Minori “la Ginestra” sita in Bologna. Un agente di polizia prende a schiaffi la giovane Rom come minuziosamente descritto nella denuncia sporta negli uffici dei Carabinieri di San Ruffillo.

Nel pomeriggio del 13, la madre di Ljubo, Jagoda Halilovic si rivolge all’Associazione Nazione Rom, di cui è parte, denunciando quanto accaduto. E’ lo stesso Ljubo Halilovic a descrivere al telefono al legale rappresentante dell’Associazione, Marcello Zuinisi, i fatti, l’aggressione subita, il comportamento dei sanitari e della Questura di Bologna. La richiesta del giovane rom è di scrivere e denunciare per difendere ed affermare i propri diritti. 


Viene inoltrato un comunicato stampa immeditamente ripreso dal Gruppo Internazionale EveryOne. La notizia di quanto accaduto giunge nella Camera e al Senato ed una agenzia parlamentare denuncia una prima ricostruzione dei fatti.


Brenda Salkanovic scappa dalla Comunità “la Ginestra” dove non vuole stare e torna con il giovane marito e la sua famiglia a Rastignano dove Rasim, il padre di Ljubo vive in un camper con uno dei figli. La madre di Ljubo, Jagoda Halilovic vive con altro tre figli a poche centinaia di metri nella Casa Paleotto, comunità per mamme e bambini, gestita da Michelini Loretta responsabile di Casa Mondo Donna. Un fratello di Ljubo, Janko, vive invece a Sasso Marconi in un'altra casa famiglia per minori. Manuele, un altro figlio di Jagoda e Rasim vive invece nel Centro Mercedes, casa per minori nel Comune di Firenze.

Il 14 giugno, Marcello Zuinisi si reca immediatamente a Bologna per supportare e sostenere la giovane coppia di origine rom. I giovani vengono nuovamente ed immediatamente accompagnati, dall’Associazione Nazione Rom e da tutti i familiari, all’Ospedale di Sant’Orsola con l’esplicita richiesta di cure mediche e visita ginecologica. 


Bologna 14 giugno 2012
Ljubo Halilovic mostra la maglietta intrisa di sangue per la 
rottura del setto nasale indossata  il 13 giugno 2012 
quando è stato aggredito insieme alla moglie Brenda Salkanovic



Sono le 22.16 quando viene aperta la scheda sanitaria di Ljubo Halilovic con numero di accettazione PS12061889, codice di gravita verde, per “riferita lombalgia, cefalea, dolore al naso da aggressione del 13 giugno 2012”. Ljubo vuole farsi ridurre la frattura del naso. Al pronto soccorso dell’Ospedale di Sant’Orsola viene denunciata la violenza sessuale subita da Brenda ai sanitari presenti all’accettazione. I sanitari in turno non aprono la scheda, “non è loro competenza” ci viene riferito. Dobbiamo rivolgerci al Pronto Soccorso di Ginecologia del Sant’Orsola.

Marcello Zuinisi e Brenda Salkanovic si recano dove indicato e chiedono ai sanitari presenti all’accettazione di aprire una scheda. Con molta fatica riusciamo ad incontrare una dottoressa del reparto ginecologico. La informiamo esplicitamente di quanto successo, la giovane rom ha subito una violenza sessuale nelle prime ore del 13 giugno 2012. La dottoressa chiede a Brenda se vuole essere visitata e la risposta di Brenda è “si, voglio essere visitata. Ho subito una violenza sessuale

La dottoressa invita Marcello Zuinisi ad uscire dalla stanza per rimanere sola con Brenda. Invece di aprire una cartella medica e procedere alla visita chiama la Polizia di Stato. Brenda è terrorizzata. Ha paura di essere nuovamente portata nella casa per minori “la Ginestra”. Ha paura di essere separata nuovamente dal marito. Lei è giunta in Ospedale per chiedere una visita ginecologica per aver subito una violenza sessuale e non perché si sente sola ed abbandonata.

Marcello Zuinisi alle 23.30 chiede telefonicamente al 112 l’intervento dei Carabinieri. Cerca di tutelare la possibilità per Brenda di essere visitata e refertata. All’arrivo della volante della polizia la situazione è drammatica. Con il telefono nella mano nella modalità in viva voce, in collegamento con Roberto Malini di EveryOne, Marcello Zuinisi spiega agli agenti intervenuti la situazione in atto, chiedendo di non interferire con la visita che la dottoressa dovrebbe fare alla giovane rom, vittima di violenza sessuale. Spiega agli agenti che Brenda è terrorizzata dalla vista della Polizia: in Questura è stata presa a schiaffi dopo essere stata violentata in un giardino della città.

Nel frattempo, al Pronto Soccorso generale di Sant’Orsola, alle ore 23.34 la dottoressa Lanzarini Chiara dimette Ljubo Halilovic. Nella anamnesi scrive: “visto in ps per aggressione alcuni gg fa. Ritorna per cefalea nella sede delle contusioni e per riferita dorsalgia. Informato della chiusura del ps ortopedico. Torna domani. Gcs 15 eon: non deficit neurologici focali in atto. Rifiuta tp”. Nessun riferimento alla frattura del setto nasale. Ljubo, che non sa leggere e scrivere in modo corretto informa al telefono Marcello Zuinisi che l’Ospedale non vuole curarlo, gli hanno detto di andare dal suo dottore e di tornare l’indomani. La madre Jagoda Halilovic, con in braccio il piccolo Braian si reca al Pronto Soccorso di Ginecologia del Sant’Orsola.

Gli agenti di polizia entrano più volte nella stanza dove Brenda Salkanovic è sola con la dottoressa in turno nel reparto di Ginecologia. Quando esce spiega a Marcello Zuinisi che lei non può fare nessuna visita alla giovane rom. Dovete andare all’Ospedale Maggiore, loro hanno il kit per fare la visita e refertare la violenza sessuale. Viene chiamata una ambulanza ma ne Marcello Zuinisi, ne Jagoda Halilovic può salire sul mezzo, Brenda deve andare da sola. La polizia seguirà l’ambulanza.

Brenda è sempre più spaventata e decide di scappare. Non vuole essere portata di nuovo in una Comunità per Minori, lei è andata in Ospedale per farsi refertare la violenza sessuale subita. Gli agenti della volante cercano la giovane rom ma non la trovano. Viene redatta minuziosamente una scrittura di sommarie informazioni prese per il loro intervento. E’ Marcello Zuinisi  a firmarla. Nel verbale, di cui non può essere consegnata copia, viene annotato quanto successo, la richiesta di Brenda Salkanovic di denunciare una violenza sessuale ed essere sottoposta a visita medica.

Sono le 01.30 della notte quando Jagoda, il piccolo Brain e Marcello Zuinisi a bordo di un taxi raggiungono il resto del nucleo familiare nel camper parcheggiato a Rastignano di Bologna. Brenda è accanto a sua marito Ljubo.

Il 15 giugno 2012 telefoniamo a tutti i giornali della città: Repubblica, il Resto del Carlino, chiediamo di parlare con qualche giornalista per denunciare il razzismo di una città indifferente al dramma vissuto da Ljubo e Brenda. Sul Resto del Carlino poche righe sull’aggressione subita dai due il 13 giugno 2012. Nessun giornalista si occupa del loro caso. 


Resto del Carlino del 15 giugno 2012
poche righe sull'aggrerssione subita da
Ljubo Halilovic e Brenda Salkanovic


Grazie al supporto del Gruppo Internazionale EveryOne entriamo in contatto con tutti i centri antiviolenza della città di Bologna. Sono le 10.30 della mattina quando Brenda Salkanovic riesce a parlare telefonicamente con il Centro Donna Antiviolenza al numero 051/4211511. La ragazza racconta quanto successo e denuncia di aver subito una violenza sessuale. L’operatrice ci informa che loro non possono fare nulla, ci danno appuntamento per il lunedi successivo.

Riusciamo ad entrare in contatto con la Dottoressa Lesi Grazia, ginecologa del Centro Donna Immigrati che sempre telefonicamente riferisce alla Dottoressa Lenzi Marinella dell’Ospedale Maggiore di Bologna. La Lenzi Marinella è in vacanza ma mette in preallarme il Pronto Soccorso Ginecologico deputato a fare le visite per le violenze sessuali.

Con tutta la famiglia Halilovic presente e Marcello Zuinisi il gruppo torna sul luogo dove è avvenuta l’aggressione del 13 giugno 2012. Ljubo individua la macchina che presumibilmente è stata usata dagli aggressori. Sono le 11.34 quando viene chiamato il 113 fornendo targa ed indirizzo del mezzo. Il Gruppo Internazionale EveryOne, tramite Matteo Pegoraro, dirama una nota alla Procura di Bologna, a tutte le Stazioni dei Carabinieri, al Senato della Repubblica, al Presidente della Camera Gianfranco Fini.




 Bologna 15 giugno 2012 - Giardino di Via Torino
Ljubo Halilovic accompagnato da tutta la famiglia
mostra il lugo dove è stata aggredito il 13 giugno 2012


Finalmente  viene dato un appuntamento nella Stazione dei Carabinieri di San Ruffillo dove Brenda, stremata dagli avvenimenti degli ultimi giorni, tra aggressioni e violenze subite nella città, Ospedali, Questura, può raccontare quanto è successo e denunciare nero su bianco. Sono le 15.49 quando il verbale inizia ad essere redatto. Brenda racconta nei particolari la violenza subita, le caratteristiche degli aggressori. E’ evidente il suo imbarazzo, si vergogna quando le viene richiesto di entrare nei particolari. Con coraggio risponde alle domande degli ufficiali, l’interrogatorio non è superficiale. Più volte viene incalzata, si cercano le contraddizioni del racconto ma Brenda è ferma e determinata. Sono stata vittima di violenza sessuale, ripete: “Quello che racconto è la verità.”

Le procedure sono lunghe, Marcello Zuinisi che assiste all’interrogatorio di Brenda viene informato che il Magistrato ha di nuovo disposto il suo inserimento in una struttura per minori. Brenda Salkanovic non accetta questa soluzione. Il legale rappresentante dell’Associazione Nazione Rom le aveva assicurato che non sarebbe stata portata in nessuna struttura, le aveva assicurato che non sarebbe rimasta da sola. La giovane è stanca, provata, da giorni non riesce a farsi una doccia. Non vuole più andare in Ospedali o tornare sul luogo dell’aggressione. Vorrebbe solo tornare da Ljubo e dalla sua famiglia.

Dalla Caserma di San Ruffillo Brenda Salkanovic viene accompagnata insieme a Marcello Zuinisi nella Stazione Centrale dei Carabinieri di Bologna, poi nell’ufficio dove vengono prelevate le impronte digitali e le foto, quindi di nuovo nella Stazione Centrale ed infine nella Stazione di San Ruffillo. Radio Città del Capo raggiunge telefonicamente Marcello Zuinisi che rilascia un intervista su quanto sta accadendo. Viene ringraziato pubblicamente il Corpo dei Carabinieri che ha permesso alla giovane rom di denunciare la violenza sessuale subita e le percosse subite all’interno della Questura di Bologna. Il Maresciallo Luciano ringrazia Marcello Zuinisi per il lavoro svolto nella tutela della minore rom Brenda Salkanovic.


Nel verbale redatto dai carabinieri viene esplicitata la volontà dell’Associazione Nazione Rom e del suo legale rappresentante Marcello Zuinisi, un educatore professionale altamente qualificato sulla questione rom,  di procedere a richiesta verso il Tribunale dei Minori di Bologna per avere l’affidamento e la tutela giuridica di Brenda Salkanovic. L’obiettivo condiviso con la giovane coppia rom è quello di assicurargli una abitazione per strapparli alla vita di strada e proteggere il bambino che aspettano. Richiedere ed ottenere la cittadinanza onoraria per entrambi ed una vita di dignità e rispetto dei diritti fondamentali sino ad oggi negati.

Al ritorno nella Caserma dei Carabinieri ci sono due Assistenti Sociali per minori ad attenderla. Vogliono sapere anche loro da Brenda cosa è successo. La ragazza è stanchissima, non vuole più parlare. Ogni volta che torna con la memoria alla notte dell’aggressione prova dolore. Viene mostrato il verbale sottoscritto dalla minorenne alle assistenti sociali che la informano della volontà del Magistrato di inviarla in Comunità. Brenda non vuole andare alla “Ginestra”, non le piace e viene accompagnata in un'altra comunità nel centro della città. A distanza di poche ore scappa di nuovo e torna dal proprio giovane marito Ljubo Halilovic.

Nelle giornata di domenica il Sindaco di Pianoro Gabriele Minghetti si reca a Rastignano da Ljubo e Brenda. Vuole sapere come stanno, quello che hanno vissuto, il loro dramma. Un altro piccolo segnale di umanità ed affetto arriva alla coppia. Sul web sono decine i cittadini, i giovani e le donne indignati per quanto successo a Bologna. Vengono denunciati quei quotidiani che non hanno riportato i fatti, l’indifferenza e la complicità con chi ha tentato di coprire questa ennesima aggressione e violenza sessuale, il comportamento dell’Ospedale di Sant’Orsola e quello della Questura di Bologna. 


Solo il giornale “il Fatto Quotidiano” riporta la notizia, anche se con un titolo fuorviante. Non sono i Carabinieri ad aver maltrattato Brenda Salkanovic ma la Polizia di Stato. I carabinieri hanno tutelato Brenda ed hanno permesso di raccogliere la sua denuncia.


L’Associazione Nazione Rom ha continuato a scrivere e telefonare al Sindaco di Bologna Merola, all’Assessore al Sociale Amelia Frascaroli chiedendo sino ad oggi, inutilmente un incontro. Il Comune di Bologna spende ogni mese 4.5000 euro per tenere un nucleo familiare diviso e separato. La richiesta della famiglie Halilovic e dell’Associazione Nazione Rom è quella di una casa che permetta a tutta la famiglia di Jagoda e Rasim di vivere unita ed all’Amministrazione di risparmiare.

Sollecitazioni sono state fatte anche alla responsabile di Casa Mondo Donna Michelini Loretta nell’incontro avvenuto lunedi 11 giugno a Rastignano c/o la casa Paleotto tra Marcello Zuinisi, Jagoda Halilovic, le educatrici Sara e Carolina e la stessa Loretta. Il Comune di Bologna spende ogni mese 2100 euro per tenere li Jagoda e tre figli. Con meno della metà dei soldi si potrebbe affittare una casa e permettere a Jagoda e Rasim di vivere insieme ai propri figli. La tutela dell’Associazione Nazione Rom al progetto di inclusione garantirebbe per tutti i minori il proseguo degli studi ed inserimenti lavorativi per i maggiorenni. L’Assistente Sociale Isabella Ansuini e Domenico Pennizzotto del Comune di Bologna si sono sino ad oggi opposti a tale progetto.


 Bologna 11 giugno 2012 - Casa Paleotto di Rastignano, Bologna
Jagoda halilovic, il piccolo Braian e Marcello Zuinisi educatore prefessionale
dell'Associazione Nazione Rom prima di incotrare la responsabile della struttura
Michelini Loretta e le educatrici Sara e Carolina - (Casa Mondo Donna)

Saranno queste le richieste che porteremo domani, 20 giugno 2012, alla Tavola rotonda sulla “questione rom” organizzata dal Comune di Bologna alla presenza dell’Assessore Amelia Frascaroli.


Ljubo ha compito ieri venti anni e tra pochi giorni, il 22 è il compleanno di Brenda. Sarebbe un bel regalo di compleanno assicurare alla giovane coppia di giovani rom, nati in Italia il rispetto della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europa. L’Amministrazione di Bologna ed il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano potrebbero  concedere ai due la cittadinanza onoraria, la cittadinanza italiana per due giovani nati sul territorio dello Stato, due giovani che hanno sempre vissuto a Bologna.

Il Sindaco Virginio Merola potrebbe sposare i due con rito civile e mettere la parola civiltà all’inizio di un nuovo percorso e una nuova strada per i diritti umani. 

 Il Sindaco di Bologna Virgilio Marola
appartenente al Partito Democratico

Sarebbe il primo passo per dire: “scusate abbiamo sbagliato, abbiamo sino ad oggi considerato il popolo rom come dei criminali, dei ladri, dei bugiardi, come il male del modo. 
E’ il razzismo ad essere sbagliato criminale ed antiumano. Lavoreremo per sconfiggere il razzismo e lo faremo insieme ai giovani rom, ai padri ed alle madri che hanno sempre difeso i propri figli dall’inciviltà, dalle barbarie, dal fascismo e dal nazismo. Scusate Popolo Rom, cittadine e cittadini se vi abbiamo rinchiusi nei campi di concentramento, se vi abbiamo consegnato al nazismo, se vi abbiamo bruciato nei forni crematori. Scusateci se potete, abbiamo sbagliato e siamo stati disumani. Il Porrajmos, il vostro Olocausto verrà ricordato e studiato da tutti gli studenti, sarà materia obbligatoria nelle scuole, il suo nome inciso nelle pietre per ricordarlo e perché non accada mai più che un essere umano uccida un altro essere umano, perche un essere umano si consideri razza superiore ad un’altra. Esiste una sola razza: quella umana. Siamo tutti esseri umani. Siamo tutti uguali nelle nostre differenze. Siamo tutti Rom



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